I salicilati sono una serie di sostanze che contengono acido salicilico: sono prodotti dalle piante come parte del loro sistema di difesa naturale contro malattie, insetti, funghi, batteri nocivi e stress ambientale.
L’acido salicilico è utilizzato come ingrediente nei salicilati sintetici tra cui aspirina (acido acetilsalicilico) e altri farmaci; si trova anche in coloranti, aromi e conservanti artificiali.
Inoltre, molti prodotti per la cura personale come profumi, lozioni, dentifrici, collutori e creme da barba contengono salicilati.
Segni e sintomi:
- Iperattività
- Aggressività, irritabilità
- Eccessiva sensibilità emotiva, facilità al pianto
- Perdita di memoria, scarsa capacità di concentrazione
- Sudorazione eccessiva
- Insonnia
- Dolore gastrico, diarrea
- Cefalea
- Mani e piedi gonfi
- Guance e orecchie rosse
- Problemi respiratori (es. polipi nasali, sinusite, asma)
- Eruzioni cutanee, eczema, orticaria, prurito
In genere, i segni e i sintomi sono dovuti ad un’attivazione dei mastociti.
CIBI RICCHI DI SALICILATI
- Alcune verdure: cetrioli, sottaceti, mais in scatola, peperoni, ravanelli, spinaci, pomodori in scatola, salsa di pomodoro confezionata, zucchine con la buccia, funghi in scatola, broccoli, indivia, alghe
- Patate dolci
- Alcuni frutti: frutta disidratata (uvetta, datteri, prugne, ribes), mela, albicocche, frutti di bosco, fragole, ciliegie, melone, uva, pesche, arance, ananas, prugne
- Salumi
- Olio extravergine d’oliva, olio di cocco, olive
- Mandorle, semi di chia, castagne
- Arachidi
- Farina di mais, polenta
- Alcune erbe aromatiche e spezie: curry, anice, pepe di Cayenna, aneto, zenzero, cannella, chiodi di garofano, senape, cumino, origano, dragoncello, curcuma, paprika, timo, rosmarino, garam masala, salvia, menta, pepe nero, peperoncino, basilico, foglie di alloro
- Tè, caffè, rum, vino, sidro, bevande a base di cola
- Miele, sciroppo di fruttosio
- Ketchup, senape, prodotti in salamoia, sughi e salse pronti, aceto, salsa di soia, aceto di sidro di mele
- Coloranti alimentari, aromi artificiali, conservanti, dolcificanti industriali
CAUSE DI INTOLLERANZA AI SALICILATI
- Scarsa solfatazione: la solfatazione è un processo biochimico coinvolto in tanti meccanismi, tra cui la metabolizzazione dei fenoli. Gli alimenti ricchi di salicilati ed altri fenoli devono essere solfati nella fase II di detossificazione epatica. Se la via di solfatazione non funziona correttamente, l’organismo non è in grado di elaborare abbastanza rapidamente salicilati ed altri composti fenolici, i quali possono accumularsi nell’organismo e causare i sintomi sopra descritti. Una delle strategie migliori è fare il bagno con i sali di Epsom, che forniscono zolfo direttamente attraverso la pelle sotto forma di solfato
- Eccessiva produzione di leucotrieni: associato all’intolleranza ai salicilati, vi è anche un alterato metabolismo dell’acido arachidonico e degli eicosanoidi, condizione che porta ad una predominanza di leucotrieni (mediatori dei processi infiammatori) rispetto alle prostaglandine. Spesso si verifica anche un’attivazione di basofili, eosinofili, macrofagi, mastociti, piastrine e linfociti. Per contrastare e ridurre questi processi infiammatori, molto indicati sono i cibi ricchi di omega 3 come noci, semi di lino e pesce azzurro
DIETA A BASSO CONTENUTO DI SALICILATI
- Frutta: lime, limone, mango, banana, pera, fichi, melograno, frutto della passione
- Verdura: cavolini di Bruxelles, cavolo, cavolfiore, sedano, porri, iceberg, fagiolini, zucca, cipolla, carote, asparagi, funghi, barbabietola
- Patate
- Fagioli, piselli, lenticchie
- Uova, pollo, agnello, manzo, pesce azzurro, molluschi, crostacei
- Burro, burro ghee
- Erbe aromatiche e spezie: aglio, prezzemolo, coriandolo, cacao, erba cipollina, vaniglia, rafano, carruba, camomilla
Articolo pubblicato sul quotidiano online Tagmedicina.
L’infiammazione cronica silente di basso grado, al contrario di quella acuta, rappresenta un processo disfunzionale per il nostro organismo ed è alla base di tutte le patologie cronico-degenerative (es. obesità, Diabete di tipo 2, Sindrome Metabolica, tumori, patologie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, demenza, Alzheimer, Parkinson).
Pesce grasso
Il pesce grasso selvaggio, al contrario di quello di allevamento, è ricco di acidi grassi omega 3 come EPA e DHA, che hanno un ruolo importante nel ridurre l’infiammazione.
È stato dimostrato che il DHA, non solo riduce la produzione di citochine pro-infiammatorie, ma promuove attivamente anche la risoluzione dei processi infiammatori.
I pesci grassi più ricchi di omega 3 sono salmone, sardine, aringa, sgombro e acciughe.
Olive e olio extravergine d’oliva
Entrambi contengono composti antinfiammatori come antiossidanti, macronutrienti ed acidi grassi monoinsaturi.
Le olive sono un’ottima fonte di sodio, potassio, rame, calcio, biotina, vitamina A, vitamina E, fibra.
L’olio extravergine d’oliva contiene composti fenolici biologicamente attivi, i polifenoli, che hanno effetti positivi su lipoproteine plasmatiche, funzione piastrinica, danni ossidativi, marker dell’infiammazione, attività antimicrobica.
Gli studi dimostrano anche che l’olio extravergine d’oliva può aumentare i livelli di adiponectina, un ormone proteico coinvolto nella regolazione dei livelli di glucosio: bassi livelli di questo ormone sono associati ad infiammazione.
Curcuma
È una spezia medicinale, utilizzata da secoli per le sue proprietà curative: il suo composto attivo è la curcumina, un polifenolo responsabile del colore giallo di questa spezia.
La curcumina ha azione antinfiammatoria, antiossidante, antitumorale ed antitrombotica; aumenta anche la capacità antiossidante naturale dell’organismo, contrastando i danni dei radicali liberi.
Bacche
Comprendono mirtilli, more, lamponi, mirtilli rossi (Cranberries), fragole, ciliegie.
Contengono vitamine, minerali e polifenoli, tra cui gli antociani che conferiscono loro i colori distintivi rosso-viola-blu: le antocianine hanno dimostrato attività biologica antiossidante, antitumorale ed antinfiammatoria.
Le bacche contengono anche quercetina, un potente antiossidante, ed acido ellagico, che svolge attività antitumorale: l’acido ellagico blocca l’angiogenesi tumorale, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni necessari per la crescita delle cellule cancerogene; inoltre, contrasta la formazione delle nitrosammine, derivate dal consumo di salumi che contengono come additivi i nitriti e i nitrati.
Ciliegie e fragole sono anche un’ottima fonte di vitamina C.
Tè verde
Contiene polifenoli, tra cui il più importante è l’EGCG (epigallocatechingallato), che ha dimostrato di mitigare i danni alle cellule, eliminare i radicali liberi e ridurre le reazioni infiammatorie.
Il tè verde è anche ricco di quercetina, un potente antiossidante, e promuove la produzione di altri antiossidanti endogeni come il Glutatione e la Superossido dismutasi (SOD).
La miglior tipologia di tè verde è quello matcha, che può contenere fino a 10 volte la quantità di composti antiossidanti del tè verde standard.
Verdure Crucifere
Le verdure della famiglia delle Crucifere comprendono cavolo, cavolfiore, broccolo, cavolini di Bruxelles, ecc.
Queste verdure offrono una vasta gamma di vitamine, minerali, fitonutrienti, carotenoidi e flavonoidi.
I broccoli sono ricchi di sulforafano, un potente isotiocianato, che riduce la replicazione delle cellule tumorali e rinforza il sistema immunitario.
Le Crucifere contengono anche i glucosinolati, che aumentano la produzione di enzimi che a loro volta favoriscono la digestione e la disintossicazione del fegato, aumentando la sua capacità di rimuovere agenti cancerogeni e metalli pesanti.
Verdure a foglia verde
Sono ricche di vitamine, oligoelementi e fibra. Qualche esempio? Fanno parte di questo gruppo spinaci, bietole, rucola, lattuga iceberg, radicchio, ecc.
Contengono quasi il 400% del valore giornaliero raccomandato di vitamina A, consumandone una porzione pari ad una tazza; contengono anche vitamina C, vitamina E, vitamina K e acido folico.
Avocado
È ricco di antiossidanti come beta-sitosterolo, luteina e Glutatione.
Il Glutatione è anche detto “il maestro antiossidante” e, insieme al beta-sitosterolo, aiutano a proteggere l’organismo dai danni dei radicali liberi.
I carotenoidi contenuti nell’avocado, ovvero luteina e zeaxantina, possiedono anch’essi proprietà antiossidanti.
L’avocado è un’ottima fonte di potassio, uno dei minerali più alcalinizzanti, che contrasta ritenzione idrica, cellulite e acidosi metabolica.
L’avocado è anche ricco di fibra, povero di carboidrati e ottima fonte di grassi monoinsaturi: gli studi scientifici hanno dimostrato che i grassi monoinsaturi sono protettivi contro la Sindrome Metabolica e i fattori di rischio cardiovascolari.
Articolo pubblicato sul quotidiano online Tagmedicina.
ALCOL
Spesso si pensa che l’alcol possa favorire il rilassamento dopo una giornata intensa e/o facilitare il sonno: al contrario, bere alcol può favorire i frequenti risvegli notturni, accorciare le ore totali di sonno, far sperimentare un sonno meno riposante, facendoci svegliare stanchi e poco energici al mattino.
Inoltre, l’alcol può anche impoverire i livelli di alcune molecole fondamentali per la produzione di energia, come vitamina B1, vitamina B12, vitamina C, magnesio, potassio, zinco, Coenzima Q10 e glutatione.
CONSUMO ECCESSIVO DI CAFFÈ
Se consumato con moderazione, il caffè ha notevoli benefici: alcuni studi hanno scoperto che può aiutare a prevenire demenza, Alzheimer e Parkinson.
Tuttavia, bere una quantità eccessiva di caffeina o bere caffeina in caso di un’eccessiva sensibilità ad essa, può ridurre i livelli di energia; ad esempio, consumare caffeina vicino al momento di coricarsi, può interrompere il ciclo naturale del sonno.
Altri effetti spiacevoli possono essere:
- Aumento della pressione arteriosa
- Sviluppo di una dipendenza per sentirsi più svegli
- Comparsa di macchie sui denti
- Peggioramento del bruciore gastrico
- Ansia e palpitazioni
ZUCCHERO E CARBOIDRATI RAFFINATI
Rispetto ai cereali integrali, quelli raffinati causano un aumento molto rapido nel sangue di zucchero e insulina, seguito da ipoglicemia, ritorno precoce della fame e drastico calo di energia: altrettanto fanno i cibi e/o le bevande ricchi di zuccheri.
Inoltre, essendo alimenti acidi, depauperano l’organismo di minerali come calcio e magnesio.
Altri effetti negativi del consumo di zuccheri:
- Aumento di peso
- Insonnia
- Aumento del rischio di demenza
- Carie ai denti
- Aumento del rischio di steatosi epatica non alcolica
- Ansia e depressione
- Aumento del rischio di Diabete di tipo 2
- Infiammazione cronica
- Dolori diffusi
- Aumento del rischio di cancro
- Indebolimento del sistema immunitario
STILE DI VITA SEDENTARIO
L’allenamento eccessivo (Overtraining Syndrome) può certamente ridurre i livelli di energia, ma allo stesso tempo, condurre una vita sedentaria può affaticare in un modo diverso.
Infatti, l’esercizio fisico regolare aumenta il rilascio di endorfine, migliorando l’umore e la salute mentale; aiuta il corpo a diventare più forte, prevenendo l’affaticamento durante le attività quotidiane e favorendo il rafforzamento del sistema immunitario.
STRESS ECCESSIVO E CRONICO
Se un orso ci stesse inseguendo, sperimenteremmo uno stress elevato ed utilizzeremmo tutta la nostra energia per scappare: in tali situazioni di allarme, il corpo aumenta il rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress correlato alla reazione di “attacco o fuga”. Il problema è che l’organismo non fa differenza tra l’attacco di un orso e una giornata stressante al lavoro.
Il risultato è aumento di peso (soprattutto su parte alta della schiena, viso e addome), esaurimento nel tempo dei livelli di cortisolo, ansia, consumo di vitamina C e zinco, bassa energia.
DISIDRATAZIONE
La maggior parte delle persone non beve abbastanza acqua, consumando invece caffè, bevande zuccherate e bevande energetiche, che al contrario possono disidratare l’organismo.
L’acqua aiuta a drenare le tossine, idratare i tessuti e favorire le reazioni metaboliche all’interno della cellula (tra cui anche la produzione di energia).
Quindi, è importante bere almeno 8-10 bicchieri di acqua al giorno, consumare frutta e verdura idratanti, integrare ulteriori liquidi tramite l’utilizzo di tisane e green smothies.
BASSI LIVELLI DI ACIDO GASTRICO
Una bassa produzione di acido gastrico può portare ad una serie di problematiche tra cui reflusso acido, eruttazioni, gonfiore, sovracrescita di batteri nel piccolo intestino, dolori addominali e cattiva digestione.
Inoltre, bassi livelli di acido gastrico possono portare ad uno scarso assorbimento di ferro, vitamina B12, zinco e proteine alimentari.
Articolo pubblicato sul quotidiano online Tagmedicina.
La Small Intestinal Bacterial Overgrowth (SIBO) è una condizione in cui vi è una proliferazione di microorganismi nel piccolo intestino (intestino tenue): infatti, a differenza del colon che è ricco di microorganismi, il tenue di solito ne ha molti di meno; questa proliferazione può essere una combinazione di microorganismi buoni e patogeni.
La SIBO può danneggiare la parete intestinale e creare una Sindrome da Intestino Permeabile (Leaky Gut Syndrome), può provocare allergie e/o intolleranze alimentari, e causare processi infiammatori cronici.
Il duodeno e il digiuno (sono i primi due tratti del tenue) normalmente contengono una piccola quantità di batteri, in genere Lattobacilli ed Enterococchi, aerobi gram-positivi o anaerobi facoltativi; i Coliformi possono essere presenti transitoriamente, mentre i Bacteroides anaerobi non si trovano in queste zone.
L’ileo distale (terza ed ultima parte del tenue) è una zona di transizione tra popolazioni rade di batteri aerobici dell’intestino tenue prossimale e popolazioni molto dense di batteri anaerobi del colon (intestino crasso): qualsiasi squilibrio o aumento della quantità di microorganismi nel digiuno e nell’ileo viene considerato SIBO.
La SIBO può causare errata digestione e malassorbimento, poiché i batteri interferiscono con la normale attività enzimatica e metabolica dell’intestino tenue: ad esempio, il ferro viene in genere assorbito nel duodeno e nel digiuno, e la SIBO può interferire nel suo assorbimento causando anemia microcitica; la SIBO può interferire anche nell’assorbimento della vitamina B12, che avviene nell’ileo, causando anemia megaloblastica e deficit di B12.
La SIBO determina anche un aumento di tossine batteriche (LPS o lipopolisaccaridi) nel circolo sanguigno, che stimolano la produzione di citochine pro-infiammatorie.
Segni e sintomi di SIBO:
- Eruttazioni, nausea, gastrite
- Gonfiore, meteorismo
- Diarrea e/o stipsi
- Dolori o crampi intestinali
- Malassorbimento a carico dei grassi, dovuto ad una proliferazione di batteri che metabolizzano i sali biliari a composti non coniugati o insolubili
- Eczema, rosacea
- Allergie e/o intolleranze alimentari
- Carenza vitaminica e/o di minerali (comuni i deficit di ferro, magnesio e vitamina B12)
- Diagnosi di IBS (Sindrome dell’Intestino Irritabile) o IBD (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali)
- Fibromialgia, Sindrome della Stanchezza Cronica, patologie autoimmuni, diabete, calcolosi biliare
CAUSE PIÙ FREQUENTI DI SIBO
- Ridotta acidità gastrica: questa condizione porta ad una inadeguata digestione nello stomaco, dato che l’acido gastrico è appunto necessario per la digestione delle proteine e per ridurre la quantità di batteri presenti nel cibo ingerito. A questo punto, grandi molecole proteiche si insinuano nel tenue, dove il pancreas deve pompare ingenti quantità di enzimi per tentare di metabolizzare queste macro molecole: questo causa insufficienza pancreatica e cattiva digestione
- Scarsa motilità intestinale: durante una normale digestione, mentre gli enzimi digeriscono il cibo, i nervi, i muscoli e i neurotrasmettitori lo trasportano attraverso il tubo digerente. Quando però i movimenti peristaltici sono lenti, il chimo (cibo digerito dal succo gastrico e dagli enzimi) permane a lungo nel tenue e nel colon, dove fermenta e crea un terreno fertile per la proliferazione batterica. Inoltre, in caso di motilità lenta, la valvola ileo-cecale (separa il tenue dal crasso) può indebolirsi o rimanere aperta, consentendo la migrazione batterica
- Neuropatia intestinale: danni ai nervi o ai muscoli dell’intestino, che portano ad una scarsa motilità (vedi sopra). La neuropatia può essere dovuta a diabete, sclerodermia, traumi gravi
- Ostruzioni fisiche: dovute ad aderenze post operatorie o a condizioni come il morbo di Crohn, causano proliferazione batterica
- Diverticoli: possono raccogliere batteri al loro interno
TRATTAMENTO DELLA SIBO: L’APPROCCIO 4R
- Rimuovere: rimuovere tutto ciò che influenza negativamente il tratto gastrointestinale, come i cibi infiammatori (es. glutine, latticini, mais, soia, arachidi, zuccheri, caffeina, alcol); è consigliato adottare il protocollo FODMAP, eseguendo un eventuale test di sensibilità alimentare per le IgG di tipo 4 per determinare se alcuni cibi costituiscono un problema. Va valutato se la proliferazione sia a carico di batteri, lieviti o parassiti. La rimozione può richiedere anche un trattamento a base di sostanze antimicrobiche (prescritte da un professionista del settore) come berberina, semi di pompelmo, olio essenziale di origano, acido caprilico
- Rimpiazzare: aggiungere gli ingredienti per una digestione e un assorbimento ottimali, come ad esempio degli enzimi digestivi
- Re-inoculare: ripristinare i batteri benefici per ristabilire un sano equilibrio. Quindi, assumere probiotici che contengono batteri benefici e/o alimenti probiotici come yogurt, kefir, kombucha, verdure fermentate. Assumere prebiotici (la “pappa” per nutrire i batteri buoni) come supplemento o cibi che li contengono (es. carciofi, asparagi, aglio, cipolla, cicoria, semi di lino, semi di canapa, semi di zucca, radice di zenzero)
- Riparare: è essenziale fornire i nutrienti necessari per favorire la riparazione dell’intestino; alcuni esempi sono L-glutammina, zinco, acidi grassi omega 3, curcuma, aloe vera
Bibliografia
- Bures J, Cyrany J, Kohoutova D, et al. Small intestinal bacterial overgrowth syndrome. World Journal of Gastroenterology: WJG. 2010
- Camp JG, Kanther M, Semova I, Rawls JF. Patterns and scales in gastrointestinal microbial ecology. Gastroenterology. 2009 May;136(6):1989-2002
- Sachdev AH, Pimentel M. Gastrointestinal bacterial overgrowth: pathogenesis and clinical significance. Therapeutic Advances in Chronic Disease. 2013
- Posserud I, Stotzer PO, Björnsson ES, Abrahamsson H, Simrén M. Small intestinal bacterial overgrowth in patients with irritable bowel syndrome. Gut. 2007 Jun;56(6):802-8. Epub 2006 Dec 5
- Kirsch M. Bacterial overgrowth. Am J Gastroenterol. 1990 Mar;85(3):231-7
- Dukowicz AC, Lacy BE, Levine GM. Small Intestinal Bacterial Overgrowth: A Comprehensive Review. Gastroenterology & Hepatology. 2007
- Wang Y-B, Liu J, Yang Z-X. Effects of intestinal mucosal blood flow and motility on intestinal mucosa. World Journal of Gastroenterology: WJG. 2011
- Roland BC, Ciarleglio MM, Clarke JO, Semler JR, Tomakin E, Mullin GE, Pasricha PJ. Small Intestinal Transit Time is Delayed in Small Intestinal Bacterial Overgrowth. J Clin Gastroenterol. 2014 Oct 14
- Roland BC, Ciarleglio MM, Clarke JO, Semler JR, Tomakin E, Mullin GE, Pasricha PJ. Low ileocecal valve pressure is significantly associated with small intestinal bacterial overgrowth (SIBO). Dig Dis Sci. 2014 Jun;59(6):1269-77
Per decenni le uova sono state demonizzate a causa del loro elevato contenuto di colesterolo: solo recentemente la ricerca scientifica le ha rivalutate, dato il loro contenuto di proteine ad alto valore biologico, antiossidanti, vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi buoni e altri importanti composti nutrizionali.
Il colesterolo è un composto importante per la struttura della membrana cellulare, la produzione di ormoni steroidei (ne è il precursore, come anche della vitamina D) e di acidi biliari (necessari per una digestione ottimale).
Gli studi scientifici non hanno dimostrato che l’assunzione di uova da parte di individui sani aumenti il rischio di malattia coronarica; al contrario, gli studi suggeriscono che il colesterolo “buono” HDL aumenta con il consumo di uova.
Le uova ruspanti sono quelle da preferire: allevate al pascolo, devono essere non “grain fed” (nutrite con mangimi a base di cereali), senza antibiotici, biologiche. Rispetto alle altre uova contengono il doppio di vitamina E, il doppio di omega 3, il 66% in più di vitamina A.
NUTRIENTI DI CUI SONO RICCHE LE UOVA
- Proteine ad alto valore biologico: contengono tutti gli aminoacidi essenziali; le proteine dell’uovo sono particolarmente indicate per chi soffre di gotta, in quanto prive di purine. Un uovo intero contiene circa 7.5 g di proteine
- Aminoacidi: le uova sono ricche di leucina, acido glutammico ed acido aspartico, che forniscono i mattoni necessari per la sintesi proteica, specialmente nei muscoli scheletrici
- Carotenoidi (retinolo, luteina, zeaxantina): importanti per la salute di pelle, vista, cervello
- Vitamina K2: fondamentale per la salute cardiovascolare, poiché aiuta a ridurre la calcificazione delle arterie, e migliora l’afflusso di calcio nel tessuto osseo (prevenzione dell’osteoporosi)
- Vitamina D3: svolge un ruolo cruciale nella salute delle ossa e nella modulazione del sistema immunitario
- Colina: precursore del neurotrasmettitore acetilcolina, necessaria per l’apprendimento e la memoria
- Vitamina E: potente antiossidante che contrasta la stress ossidativo
- Acidi grassi omega 3 a lunga catena (EPA, DHA, ALA): contribuiscono alla funzionalità cerebrale, alla salute cardiovascolare ed al supporto immunitario
- Acido linoleico coniugato (CLA): favorisce una corretta gestione del peso
- Lecitina: componente della membrana cellulare; supporta la funzione cognitiva
- Biotina: importante vitamina del gruppo B, si trova principalmente nel tuorlo; aiuta a metabolizzare grassi e carboidrati in energia; promuove la salute di pelle, capelli ed unghie
IDEE DI RICETTE CON LE UOVA
- Pancakes proteici
- Frittata con cipolla o con zucchine
- Avocado toast: pane integrale o di segale tostato con sopra uova in camicia ed avocado
- Breakfast stracciatella: uova strapazzate con aggiunta di latte di soia per mantenerle morbide e soffici
- Uova alla Benedict
Bibliografia
- Kanter, et al. Exploring the Factors That Affect Blood Cholesterol and Heart Disease Risk: Is Dietary Cholesterol as Bad for You as History Leads Us to Believe? Advances in Nutrition. 2012 Sep;3(5): 711–717
- A 2010 Report and Scorecard by The Cornucopia Institute: Scrambled Eggs: Separating Factory Farm Egg Production from Authentic Organic Agriculture
- Shapira N. Not All Eggs Are Created Equal: The Effect on Health Depends on the Composition. Canadian Journal of Cardiology. 2011 Mar-Apr;27(2):264
I cibi di colore verde comprendono i Superfoods più abbondanti in natura: ce ne sono sotto forma di verdure, alghe, ecc.
Il colore verde è dato dalla clorofilla, che consente alle piante di ottenere energia dalla luce convertendo i raggi solari in energia chimica.
La clorofilla è detta anche “sangue verde” per la sua somiglianza con l’emoglobina umana, infatti entrambe hanno una struttura con un anello di porfirina: l’unica differenza è il minerale presente al centro dell’anello (la clorofilla ha il magnesio, mentre l’emoglobina ha il ferro).
Nel 1936 il Dott. Arthur Patek scoprì che gli alimenti di colore verde, consumati insieme ad alimenti ricchi di ferro, nei pazienti con anemia sideropenica aumentavano l’emoglobina e la conta dei globuli rossi più velocemente che gli integratori di ferro da soli.
Azioni della clorofilla:
- Purifica e disintossica l’organismo
- Favorisce la costruzione di nuove cellule del sangue
- Potenzia l’ossigenazione
- Potenzia il sistema immunitario
- Contrasta i calcoli renali
- Pulisce l’intestino dalle tossine
- Stimola i movimenti peristaltici intestinali, contrastando quindi la stipsi
- Migliora la funzione epatica
- Azione antinfiammatoria ed alcalinizzante
Alimenti ricchi di clorofilla:
- Verdure a foglia verde
- Lattuga romana
- Broccoli
- Spinaci
- Spirulina, clorella
Gli alimenti di colore verde contengono:
- Magnesio
- Rame
- Potassio
- Calcio
- Iodio
- Vitamine liposolubili (A, K)
- Vitamine idrosolubili (B6, B9, C)
- Fitonutrienti
- Antiossidanti
Bibliografia
- Nielsen FH, Johnson LK, Zeng H. Magnesium supplementation improves indicators of low magnesium status and inflammatory stress in adults older than 51 years with poor quality sleep. Magnes Res. 2010 Dec;23(4):158-68
- Marythemidwife – Chlorophyll and Blood Regeneration
I calcoli biliari sono formazioni cristalline di colesterolo e calcio formate all’interno di colecisti e vie biliari, e possono variare notevolmente di dimensioni: i calcoli sono un segno di disintossicazione epatica incompleta.
Come si verificano:
- Stasi biliare: la bile permane nella colecisti per lunghi periodi di tempo, spostandosi lentamente
- Bile densa: la bile è più ricca di colesterolo, meno di fosfolipidi e sali biliari; questa condizione favorisce lo sviluppo di composti cristallini
- Se i calcoli si depositano nel dotto biliare possono causare un’ostruzione, estremamente dolorosa e potenzialmente pericolosa per la vita
Segni e sintomi:
- Difficoltà digestive, indigestione
- Nausea, vomito
- Meteorismo
- Feci color argilla
- Dolore tra le scapole
- Dolore acuto sul lato destro e/o sull’addome medio-superiore
- Dolore durante la respirazione
- Peggioramento dei sintomi dopo i pasti e/o di notte
Cause più frequenti:
- Squilibri glicemici: i picchi glicemici provocano infiammazione e nel fegato aumentata la produzione di colesterolo, che si concentra nella bile che diventa più densa e più lenta nel progredire
- Dominanza estrogenica: un’eccessiva produzione di estrogeni naturali e/o un accumulo di sostanze estrogeniche artificiali aumenta la produzione di colesterolo, che crea una bile più densa e lenta
- Allergie e intolleranze alimentari: causano una risposta allo stress e fanno lavorare maggiormente il fegato
- Dieta a basso contenuto di fibre: la fibra è fondamentale per eliminare il colesterolo e i composti estrogenici; inoltre, aiuta a nutrire i batteri intestinali “buoni”, che migliorano i processi di disintossicazione dell’organismo
- Scarsa produzione di acido gastrico: l’acido gastrico è necessario per sterilizzare l’ambiente gastrointestinale, digerire le proteine e stimolare tutti i succhi digestivi
- Eccesso di peso: sovrappeso e obesità aumentano la produzione di colesterolo
- Rapida perdita di peso: può aumentare il rischio di formazione di calcoli biliari
- Dieta a basso contenuto di grassi: riduce la secrezione di bile, con una sua conseguente stagnazione
- Sindrome da intestino permeabile: questa condizione riduce i livelli di CCK (colecistochinina) e secretina, inibendo la capacità della cistifellea di contrarsi efficacemente (causando stasi biliare)
CONSIGLI PER CONTRASTARE I CALCOLI BILIARI
- Dieta ricca di fibre: verdure non amidacee, frutta a basso Indice Glicemico (lime, limoni, frutti di bosco, fragole, ciliegie, melograno), frutta secca e semi oleaginosi in piccole dosi
- Consumare alimenti fermentati: aceto di sidro di mele, crauti, yogurt, kefir, kombucha, ecc.
- Consumare centrifughe di verdure fresche: i fitonutrienti sono altamente biodisponibili nel succo fresco (soprattutto nelle verdure di colore verde) e aiutano a depurare fegato e colecisti
- Consumare erbe aromatiche e spezie in abbondanza: origano, basilico, timo, cardo mariano, ortica, menta piperita, aglio, zenzero, curcuma, tè biologico alle erbe, ecc.
- Bere 2 litri di acqua al giorno: concessa anche l’acqua di cocco
- Bere al risveglio 1 bicchiere di acqua con succo di limone: il limone è ricco di acidi organici, importanti per la salute del tratto gastrointestinale
- Ottimizzare la salute intestinale
Bibliografia
- Shaffer EA. Gallstone disease: Epidemiology of gallbladder stone disease. Best Pract Res Clin Gastroenterol. 2006;20(6):981-96
- Szabó G, Jakab F, Mihály K, Szentirmai A. The retention of bile constituents in biliary stasis. Acta Hepatogastroenterol (Stuttg). 1976 Nov-Dec;23(6):415-22
I mirtilli vengono considerati dei veri e propri “superfood”: sono una pianta nativa del Nord America, tra cui i grandi produttori sono il Maine e il Michigan.
Sono ricchi di fitonutrienti antiossidanti (antocianidine), che contrastano i danni da radicali liberi, migliorano l’integrità dei capillari, potenziano gli effetti della vitamina C.
Il potere antiossidante dei mirtilli si è dimostrato particolarmente utile per stabilizzare la funzione cognitiva e proteggere il tessuto neurale dallo stress ossidativo: gli studi hanno mostrato miglioramenti nella memoria e nell’apprendimento, riducendo i sintomi depressivi.
I polifenoli selezionano lo sviluppo di specie microbiche intestinali benefiche che aiutano a bruciare i grassi, assorbire i nutrienti chiave e disintossicare dagli scarti metabolici; inoltre, aiutano a proteggere l’organismo dagli effetti dannosi dei raggi UV.
È altamente consigliato acquistare mirtilli biologici, a causa dell’elevata quantità di pesticidi con cui vengono trattati.
Alcuni benefici dei mirtilli:
- Rallentano la perdita della vista
- Riducono il grasso viscerale
- Preservano la salute dell’osso
- Alleviano la costipazione dovuta alla stipsi
- Migliorano la memoria
- Riducono i livelli glicemici
- Riducono il rischio di IMA (Infarto Miocardico Acuto)
- Promuovono l’apoptosi (morte cellulare programmata in cellule anomale o cancerose)
- Prevengono le infezioni del tratto urinario
Caratteristiche dei mirtilli:
- Contengono fitonutrienti come pterostilbene, resveratrolo, flavonoli, tannini
- Poveri di zuccheri (concessi anche nella Dieta Candida)
- Ricchi di fibra
- Ottima fonte di vitamina C
- Buon contenuto di manganese, che gioca un ruolo importante nello sviluppo dell’osso e nel convertire i macronutrienti (proteine, lipidi o grassi, carboidrati) in energia
IDEE DI RICETTE CON I MIRTILLI
- Frullato con mirtilli e latte di cocco o mandorla
- Muffin ai mirtilli
- French toast ai mirtilli (vedi nella sezione “Ricette”)
- Yogurt greco con mirtilli
- Pancakes ai mirtilli
- Cheesecake con mirtilli
- Riso basmati con mirtilli
- Insalatone con verdure miste e mirtilli
Bibliografia
- Zafra-Stone S, Yasmin T, Bagchi M, Chatterjee A, Vinson JA, Bagchi D. Berry anthocyanins as novel antioxidants in human health and disease prevention. Mol Nutr Food Res. 2007 Jun;51(6):675-83
- Bolling BW, Chen YY, Chen CY. Contributions of phenolics and added vitamin C to the antioxidant capacity of pomegranate and grape juices: synergism and antagonism among constituents. Int J Food Sci Technol. 2013 Dec 1;48(12)
- Shah SA, Yoon GH, Kim MO. Protection of the Developing Brain with Anthocyanins Against Ethanol-Induced Oxidative Stress and Neurodegeneration. Mol Neurobiol. 2014 Jul 6
- Ali Shah S, Ullah I, Lee HY, Kim MO. Anthocyanins protect against ethanol-induced neuronal apoptosis via GABAB1 receptors intracellular signaling in prenatal rat hippocampal neurons. Mol Neurobiol. 2013 Aug;48(1):257-69
- Spencer JP. The impact of fruit flavonoids on memory and cognition. Br J Nutr. 2010 Oct;104 Suppl 3:S40-7
- Spencer JP. The impact of flavonoids on memory: physiological and molecular considerations. Chem Soc Rev. 2009 Apr;38(4):1152-61
- Shewale PB, Patil RA, Hiray YA. Antidepressant-like activity of anthocyanidins from Hibiscus rosa-sinensis flowers in tail suspension test and forced swim test. Indian J Pharmacol. 2012 Jul-Aug;44(4):454-7
Lo zinco (Zn) è un minerale essenziale per la crescita dell’organismo, il benessere intestinale, lo sviluppo di ormoni e del Sistema Immunitario: gli studi hanno rilevato che circa il 25% della popolazione mondiale è carente di zinco.
Cause più comuni della carenza di zinco:
- Sindrome dell’Intestino Permeabile (Leaky Gut Syndrome)
- Problematiche digestive
- Esposizione cronica a tossine
- Stress cronico
- Dieta povera
- Squilibri dei livelli glicemici
- Utilizzo di alcuni farmaci (es. Inibitori di Pompa Protonica, FANS, antibiotici)
Sintomi più comuni della carenza di zinco:
- Scarsa energia
- Insonnia
- Scarsa memoria
- Sistema immunitario depresso
- Allergie, sinusite
- Influenza/raffreddore ricorrenti
- Eczema
- Macchie bianche sulle unghie
- Perdita di capelli
- Inappetenza
- Perdita del gusto e dell’olfatto
- Infertilità
AZIONI DELLO ZINCO
Lo zinco potenzia l’azione dell’Interferone alfa, una proteina che inibisce la replicazione virale: questo riduce lo stress immunologico e migliora la coordinazione immunitaria.
Lo zinco è anche un cofattore enzimatico della SOD (Superossido dismutasi), potente antiossidante intracellulare.
Ha azione antinfiammatoria: senza un adeguato apporto di zinco, l’NF-kB (molecola che avvia la cascata infiammatoria) non viene inibito, trasformando quindi l’infiammazione acuta (funzionale per l’organismo) in un’infiammazione cronica (disfunzionale per l’organismo) correlata allo sviluppo di patologie degenerative.
Lo zinco riduce l’angiogenesi (creazione di nuovi vasi sanguigni) delle cellule tumorali, aumentando anche l’apoptosi (morte cellulare programmata) in linee cellulari anomale riducendo così le possibilità di crescita del cancro.
Uno studio del 2012 ha dimostrato che i soggetti con gene BRCA1 (fortemente associato allo sviluppo del cancro al seno) che presentavano i più alti livelli di zinco avevano il più basso rischio di sviluppo del cancro; lo studio ha anche dimostrato che i soggetti con i livelli di zinco più bassi avevano un rischio significativamente elevato di sviluppare il cancro al seno.
Il gene principale che protegge gli uomini dal cancro alla prostata e le donne dal cancro al seno è il gene p53 (definito “il guardiano del genoma”): la carenza di zinco può causare mutazioni di questo gene e, di conseguenza, esporre maggiormente al cancro.
CIBI RICCHI DI ZINCO
- Carne rossa di animali nutriti ad erba, pollo
- Ostriche, salmone selvaggio
- Latticini di animali nutriti ad erba
- Asparagi, spinaci
- Mandorle, anacardi
- Semi di zucca
- Cacao, cioccolato fondente
Bibliografia
1. Ohio State University. “Zinc helps against infection by tapping brakes in immune response
2. Heyninck K, De Valck D, Vanden Berghe W, Van Criekinge W, Contreras R, Fiers W, Haegeman G, Beyaert R. The zinc finger protein A20 inhibits TNF-induced NF-kappaB-dependent gene expression by interfering with an RIP- or TRAF2-mediated transactivation signal and directly binds to a novel NF-kappaB-inhibiting protein ABIN. J Cell Biol. 1999 Jun 28;145(7):1471-82
3. Sunderman FW Jr. The influence of zinc on apoptosis. Ann Clin Lab Sci. 1995 Mar-Apr;25(2):134-42
4. Kaczmarek K, Jakubowska A, Sukiennicki G, et al. Zinc and breast cancer risk. Hereditary Cancer in Clinical Practice. 2012
5. Loh, S. The missing Zinc: p53 misfolding and cancer. Metallomics, 2010
I semi di Chia sono originari del Sud America, dove erano venerati dalle tribù degli Aztechi e dei Maya: proprio gli Aztechi consumavano la Chia prima di andare in guerra o prima di una grande caccia, per ottenere energia e resistenza.
I semi di Chia contengono:
- Antiossidanti 3 volte in più dei mirtilli, tra cui quercetina, acido clorogenico ed acido caffeico: proprio grazie al loro contenuto di antiossidanti, durano fino a 2 anni anche fuori dal frigorifero
- Buon contenuto proteico
- Grandi quantità di acidi grassi omega 3, ad azione antinfiammatoria
- Ottima fonte di calcio e altri minerali come fosforo, ferro, rame, magnesio, manganese, zinco
- Fibre, sia solubili che insolubili (1 solo cucchiaio di semi di Chia contiene circa 5 grammi di fibra): le fibre della Chia sono in grado di assorbire 10 volte il loro peso in acqua, contribuendo così ad idratare il colon e a rimuovere dall’intestino microorganismi patogeni e tossine
- Non contiene zuccheri, ma solo minime quantità di carboidrati non fibrosi: per questo e per gli altri suoi componenti, la Chia contrasta la comparsa di Diabete di tipo 2, Sindrome Metabolica e patologie cardiovascolari
IDEE DI RICETTE CON I SEMI DI CHIA
- Aggiunti ad insalate, verdure saltate o zuppe
- Aggiunti all’interno di frullati insieme a latte di cocco/mandorla e frutta
- Pudding (latte di cocco/mandorla con aggiunta di semi di Chia, in frigo tutta la notte, fino a rendere il composto simile ad un budino)
- Barrette di quinoa e semi di Chia
- Porridge (mescolare latte di cocco/mandorla caldo con fiocchi d’avena e semi di Chia, fino a rendere il composto cremoso)
- Muffin ai semi di Chia
- Pancakes ai semi di Chia
- Pane integrale o di kamut tostato con avocado, anacardi, semi di Chia e mirtilli rossi (cranberries)
Bibliografia
- Martínez-Cruz O, Paredes-López O. Phytochemical profile and nutraceutical potential of chia seeds (Salvia hispanica L.). J Chromatogr A. 2014 Jun 13;1346:43-8
- Ayerza R. The seed’s protein and oil content, fatty acid composition, and growing cycle length of a single genotype of chia (Salvia hispanica L.) as affected by environmental factors. J Oleo Sci. 2009;58(7):347-54
- Vuksan V, Whitham D, Sievenpiper JL, Jenkins AL, Rogovik AL, Bazinet RP, Vidgen E, Hanna A. Supplementation of conventional therapy with the novel grain Salba (Salvia hispanica L.) improves major and emerging cardiovascular risk factors in type 2 diabetes: results of a randomized controlled trial. Diabetes Care. 2007 Nov;30(11):2804-10
- Vuksan V, Jenkins AL, Dias AG, Lee AS, Jovanovski E, Rogovik AL, Hanna A. Reduction in postprandial glucose excursion and prolongation of satiety: possible explanation of the long-term effects of whole grain Salba (Salvia Hispanica L.). Eur J Clin Nutr. 2010 Apr;64(4):436-8
- Chicco AG, D’Alessandro ME, Hein GJ, Oliva ME, Lombardo YB. Dietary chia seed (Salvia hispanica L.) rich in alpha-linolenic acid improves adiposity and normalises hypertriacylglycerolaemia and insulin resistance in dyslipaemic rats. Br J Nutr. 2009 Jan;101(1):41-50
- Rossi AS, Oliva ME, Ferreira MR, Chicco A, Lombardo YB. Dietary chia seed induced changes in hepatic transcription factors and their target lipogenic and oxidative enzyme activities in dyslipidaemic insulin-resistant rats. Br J Nutr. 2013 May;109(9):1617-27
- Toscano LT, da Silva CS, Toscano LT, de Almeida AE, Santos Ada C, Silva AS. Chia flour supplementation reduces blood pressure in hypertensive subjects. Plant Foods Hum Nutr. 2014 Dec;69(4):392-8