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CURCUMA: PROPRIETÀ E BENEFICI

 

La curcuma è un’erba originaria del Sud-Est asiatico ed è un vero “superfood”, con notevoli proprietà curative ed antinfiammatorie.

L’infiammazione cellulare è un’epidemia comune e causa fondamentale delle patologie cronico-degenerative della nostra società: la curcuma ha dimostrato di ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo.

 

La radice di curcuma  è ricca di curcuminoidi (polifenoli antiossidanti), che le conferiscono il classico colore giallo-arancio: il principale curcuminoide è la curcumina, responsabile di gran parte dei benefici sulla nostra salute.

La curcumina ha dimostrato di stabilizzare i livelli glicemici e di aumentare la sensibilità insulinica, aumentando il numero dei recettori per l’insulina e migliorando la capacità di legame del recettore all’insulina.

E’ efficace anche nell’attivazione dei PPAR (Recettori Attivati da Proliferatori Perossisomiali), un gruppo di proteine che modulano l’espressione genica, l’assorbimento e l’utilizzo di zucchero dal sangue.

La curcumina, inoltre, agisce a livello del fegato per diminuire l’attività degli enzimi che rilasciano zucchero nel sangue, mentre aumenta l’attività degli enzimi che lo immagazzinano.

Attraverso questi meccanismi, la curcumina ha dimostrato di ridurre significativamente i livelli di glucosio e trigliceridi nei pazienti diabetici.

 

Oltre ad essere un potente modulatore dello stress, la curcuma aumenta anche i livelli di antiossidanti quali il Glutatione, la Superossido dismutasi e la Catalasi.

 

I curcuminoidi riducono le PGE (Prostaglandine) e le citochine pro-infiammatorie (es. IL-6, TNF-alfa): in questo modo, si ha un effetto potente nell’inibire il dolore e la formazione di cellule tumorali.

 

Infine, la curcuma migliora il flusso sanguigno, riduce l’infiammazione cerebrale, aumenta le prestazioni cognitive e contrasta lo sviluppo di demenza, Alzheimer e Parkinson.

 

IDEE DI RICETTE CON LA CURCUMA

  • Hummus di cavolfiore e curcuma
  • Caffè alla curcuma
  • Golden milk
  • Zuppa di zucchine e curcuma
  • Frittata alla curcuma
  • Tofu con curcuma e verdure

 

 

Bibliografia

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STRATEGIE PER MIGLIORARE LA SALUTE DEL FEGATO

 

Alcune delle funzioni del fegato:

  • Produce la bile, essenziale per digerire i grassi alimentari
  • Aiuta il sistema immunitario a combattere le infezioni
  • Favorisce l’immagazzinamento di vitamine e minerali
  • Produce proteine ed enzimi chiave, che mantengono l’equilibrio ormonale
  • Modula i livelli glicemici, tramite il meccanismo della gluconeogenesi
  • Trasforma l’ormone tiroideo T4 inattivo in quello T3 attivo, contribuendo ad attivare il metabolismo e quindi la gestione di un peso ottimale
  • Disattiva estrogeni, tossine, farmaci, alcol, ecc.
  • Funge da scorta energetica, avendo depositi di glicogeno (formato da tante molecole di glucosio)
  • Tramite una reazione di idrossilazione, trasforma la vitamina D in vitamina D 25-OH (primo passaggio necessario per attivare questa vitamina)

 

 

COSA DANNEGGIA IL FEGATO

  • Esposizione a tossine e sostanze chimiche ambientali (es. metalli pesanti, disinfettanti, pesticidi, benzene, fumo di sigaretta): intossicano il fegato
  • Infezioni croniche: da virus (es. dell’epatite B e C); da micotossine (es. aflatossine)
  • Alcol (deve essere metabolizzato e disattivato): un consumo cronico esaurisce il fegato di glutatione, zinco, vitamine del gruppo B (B6, B9, B12)
  • Dieta ricca di alimenti processati: sono ricchi di additivi, conservanti, OGM, ecc. che sovraccaricano il lavoro epatico
  • Cibi ad alto contenuto di micotossine: legumi, caffè non biologico, cacao non crudo
  • Allergeni comuni (sovra-stimolano il fegato): glutine, soia, latte vaccino, mais, arachidi

 

 

PIANO NUTRIZIONALE PER LA SALUTE DEL FEGATO

  • Cibi ricchi di vitamine del gruppo B, vitamina C e minerali: verdure crude, ancora meglio se preparate come smoothies (es. sedano, spinaci, cetrioli, lattuga, cavoli, cavolfiore, broccoli, cavolini di Bruxelles); agrumi, frutti di bosco; frutta secca e semi oleaginosi
  • Cibi che favoriscono la detossificazione epatica e migliorano il flusso biliare: erbe aromatiche (es. cardo mariano, coriandolo, crescione, menta, menta piperita, prezzemolo, dente di leone, aglio); spezie (es. curcuma, zenzero)
  • Uova allevate al pascolo: ricche di composti solforati (es. zolfo), sostanze metilanti utili alla detossificazione epatica, precursori del glutatione (potente antiossidante)

 

 

Bibliografia

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  2. Pathiratne A, Puyear RL, Brammer JD. A comparative study of the effects of benzene, toluene, and xylenes on their in vitro metabolism and drug-metabolizing enzymes in rat liver. Toxicol Appl Pharmacol. 1986 Feb;82(2):272-80.
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  4. Impact of mycotoxins on humans and animals Science Direct

PREDOMINANZA ESTROGENICA: COME CONTRASTARLA

L’invecchiamento e alti livelli di stress fisico, chimico ed emotivo sono associati alla perdita di progesterone nelle donne e di testosterone negli uomini: quando questi ormoni chiave sono esauriti, si instaura uno stato di predominanza di estrogeni, che è uno dei principali fattori associati ai processi di patologie cronico-degenerative.

L’eccessivo affidamento su beni e prodotti industriali altamente processati e carichi di sostanze chimiche sembra essere il principale colpevole. Gli xeno-estrogeni sono composti artificiali prodotti dall’industria e differiscono chimicamente dagli archi-estrogeni (presenti in natura) prodotti dagli organismi viventi.
Gli xeno-estrogeni imitano gli effetti dei veri estrogeni e interagiscono con i recettori cellulari: questo processo contribuisce all’eccesso estrogenico e blocca gli effetti dei veri estrogeni.
Molte di queste sostanze chimiche agiranno in modo sinergico, se combinate con altri “interferenti endocrini”: questo processo sinergico aumenta esponenzialmente i loro effetti all’interno del corpo, causando gravi problemi a livello cellulare.

Questo eccessivo bombardamento di ormoni artificiali sovraccarica il fegato, che cerca disperatamente di abbatterne l’eccesso per eliminarlo efficacemente dall’organismo: lo stress epatico cronico causa a sua volta gravi problemi di tossicità, digestione, metabolismo e infiammazione. I segni e i sintomi di questa situazione includono livelli elevati di colesterolo, energia ridotta, sistema immunitario depresso, ecc.
Una scarsa funzionalità epatica causa un’inadeguata degradazione degli estrogeni, consentendo a questi di ritornare nel flusso sanguigno in una forma ancora più tossica rispetto a quando erano originariamente entrati nel fegato: la forma tossica degli estrogeni aumenta i sintomi di dominanza estrogenica e il rischio di cancro di tipo ormono-sensibile (es. seno, utero, ovaie, prostata).

 

ALIMENTI E BEVANDE A CUI PRESTARE ATTENZIONE

Alcuni cibi sono pieni di molecole e sostanze chimiche estrogeniche, tra cui carne e prodotti caseari convenzionali carichi di ormoni e antibiotici, dove gli animali sono stati nutriti con una dieta ricca di cereali estrogenici.
Gli isoflavoni della soia sono altamente estrogenici come lo sono lo zucchero, gli additivi, i conservanti, gli alimenti e le bevande lavorati.
Anche i cereali e la birra sono altamente estrogenici.

 

DIETA ANTI-ESTROGENICA

Verdure della famiglia delle Crucifere (es. broccoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavoli): contengono diverse molecole (es. indolo-3-carbinolo, diindolilmetano) che disintossicano le forme estrogeniche “cattive”; queste verdure contengono anche sulforafano e isotiocianati, che migliorano i processi di disintossicazione del fegato e contrastano la formazione di cellule tumorali
Cibi antinfiammatori: cibi ricchi di omega 3 come carne e latticini biologici allevati al pascolo e nutriti ad erba, pollame biologico, salmone selvaggio
Cibi anti-estrogenici: avocado, olio di cocco, olio extra-vergine d’oliva, cibi ricchi di steroli vegetali (es. noci, noci pecan, mandorle, semi di chia, semi di zucca, semi di canapa)
Cibi che aiutano il fegato a disintossicarsi: alimenti contenenti zolfo e il potente antiossidante quercetina (es. cipolla, aglio, scalogno); ma anche alcune erbe aromatiche e spezie come origano, timo, salvia, rosmarino e curcuma; infine, cibi ricchi di acidi organici (es. limone), che migliora la capacità del fegato di rimuovere gli estrogeni nella loro forma “cattiva”

 

 

Bibliografia
1. Harvard Gazette: Estrogen and Female Anxiety

2. Mercola: Testosterone Decline: How to Address This Challenge to ‘Manhood’

3. The Anti-Estrogenic Diet Hofmekler
4. Olea N, Olea-Serrano F, Lardelli-Claret P, Rivas A, Barba-Navarro A. Inadvertent exposure to xenoestrogens in children. Toxicol Ind Health. 1999 Jan-Mar;15(1-2):151-8
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8. Fataccioli, V., Andraud, E., Gentil, M., French, S. W. and Rouach, H. (1999), Effects of chronic ethanol administration on rat liver proteasome activities: Relationship with oxidative stress. Hepatology
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10. Nutter LM, Wu YY, Ngo EO, Sierra EE, Gutierrez PL, Abul-Hajj YJ. An o-quinone form of estrogen produces free radicals in human breast cancer cells: correlation with DNA damage. Chem Res Toxicol. 1994 Jan-Feb;7(1):23-8
11. Scientific American: Some Food Additives Mimic Human Horomones
12. Barrett JR. The Science of Soy: What Do We Really Know? Environmental Health Perspectives. 2006
13. Yang CZ, Yaniger SI, Jordan VC, Klein DJ, Bittner GD. Most Plastic Products Release Estrogenic Chemicals: A Potential Health Problem That Can Be Solved. Environmental Health Perspectives. 2011
14. Linus Pauling Institute: Micronutrient Information Center
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SINDROME DELL’OVAIO MICROPOLICISTICO: STRATEGIE

La Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo di squilibrio ormonale nella donna, ha un impatto negativo sulla sua salute, sulla sua capacità di avere figli e sul suo aspetto fisico.

Segni e sintomi:

  • Alterazioni del ciclo mestruale
  • Eccessiva produzione di ormoni maschili (iperandrogenismo)
  • Irsutismo (peluria eccessiva su viso e corpo)
  • Eccesso di peso
  • Difficoltà a perdere peso
  • Insulino-resistenza (presente nel 50-70% delle donne con PCOS)
  • Infertilità anovulatoria
  • Acne
  • Astenia cronica (stanchezza)
  • Ansia, depressione

Cause:

  • Infiammazione cronica: è un’infiammazione sistemica di basso grado che si verifica quando l’organismo è esposto ripetutamente a vari fattori; di conseguenza, i mediatori dell’infiammazione sono prodotti in tutto il corpo e possono sopraffare il sistema immunitario che, confuso, attaccherà anche i tessuti, gli organi interni e la cellule stesse
  • Insulino-resistenza: l’eccesso di insulina può aumentare la produzione di androgeni e causare squilibri ormonali; inoltre, gli squilibri glicemici causano stress e rilascio di cortisolo, che a sua volta blocca la produzione di progesterone (derivano infatti dallo stesso precursore) e determina una condizione di “predominanza estrogenica” (fattore legato allo sviluppo di PCOS)
  • AGEs (prodotti finali di glicazione avanzata o glicotossine): molecole altamente reattive formate dopo la glicazione di lipidi e proteine; causano infiammazione e stress ossidativo, danneggiando i tessuti di tutto l’organismo; sono implicati nel processo di invecchiamento e nello sviluppo di Diabete di tipo 2, aterosclerosi e tumori; le principali fonti di AGEs sono dieta occidentalizzata, fast food e fumo

 

STRATEGIE PER PREVENIRE E MIGLIORARE LA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO

  • Dieta antinfiammatoria: comprende cibi integrali non processati, alimenti biologici, frutta a basso Indice Glicemico (es. frutti di bosco), erbe aromatiche, spezie, verdure della famiglia delle Crucifere (es. cavoli, broccoli), carne allevata al pascolo e nutrita ad erba, salmone selvaggio, noci, semi di lino, cocco, olive, avocado
  • Cibi da evitare: zuccheri e carboidrati raffinati, perché causano picchi glicemici ed insulinici, e determinano infiammazione e stress ossidativo; latticini convenzionali, perché stimolano il rilascio di citochine infiammatorie e contengono interferenti endocrini (es. ormoni, steroidi, pesticidi, antibiotici, OGM); cibi processati, perchè contengono additivi e conservanti tossici (es. olio di canola, olio di cartamo); un eccesso di grassi saturi, perché potrebbero peggiorare l’iperandrogenismo
  • Perdere peso, se è in eccesso: soprattutto il grasso addominale, che aumenta le citochine infiammatorie (TNF-alfa e IL-6), che a loro volta aumentano la PCR (Proteina C Reattiva) ed incrementano il rischio di Sindrome dell’ovaio policistico e infertilità
  • Migliorare la sensibilità insulinica e modulare i picchi glicemici
  • Bilanciare i livelli ormonali (soprattutto gli estrogeni)
  • Ridurre i livelli di cortisolo: seguire una dieta bilanciata, fare attività fisica regolare e non eccessiva, mantenere adeguate ore di sonno (7-8 ore per notte), imparare a gestire lo stress (es. tecniche di respirazione, farsi fare un massaggio, dedicarsi ad hobbies)
  • Assumere se necessario, dietro prescrizione medica, integratori di inositolo: molecola che ha dimostrato ridurre l’insulino-resistenza, migliorare la funzione ovarica e ridurre i livelli di androgeni; fonti alimentari di inositolo sono avena, fagioli, melone, arancia, noci
  • Avere livelli ottimali di vitamina D: bassi livelli di questa vitamina sono correlati ad insulino-resistenza e Sindrome dell’ovaio policistico

 

 

Bibliografia

  1. Kalyan S, Goshtesabi A, et al., Assessing C reactive protein/albumin ratio as a new biomarker for polycystic ovary syndrome: a case-control study of women from Bahraini medical clinics. 2018 Oct; 8(10): e021860
  2. Rutkowska AZ, Diamanti-Kandarakis E, Do Advanced Glycation End Products (AGEs) Contribute to the Comorbidities of Polycystic Ovary Syndrome (PCOS)? 2016; 22(36): 5558-5571
  3. Chen J, Shen S, et al., The correlation of aromatase activity and obesity in women with or without polycystic ovary syndrome. 2015 Mar; 8:11
  4. Kaira B, Kaira S, Sharma J, The inositols and polycystic ovary syndrome, 2016 Sep-Oct; 205(5): 720-724

 

DIETA E SPORT: I CIBI MIGLIORI NEL PRE-WORKOUT

  • Barbabietola: ricca di nitrati alimentari, che possono aiutare a migliorare la capacità dei mitocondri di sintetizzare energia (migliorando le prestazioni atletiche); aumenta la resistenza e riduce il consumo di ossigeno negli atleti
  • Olio di cocco: facilmente assorbito ed utilizzato dall’organismo come rapida fonte di energia; riduce la dipendenza dai carboidrati per la produzione di energia; riduce la produzione di acido lattico durante l’allenamento e di conseguenza contrasta l’affaticamento e i dolori muscolari post-allenamento (DOMS)
  • Bacche (es. fragole, mirtilli): aumentano i livelli di energia; sono ricche di antiossidanti che favoriscono la rigenerazione cellulare, tra cui quella dei tessuti muscolari dopo l’allenamento, accelerando così i tempi di recupero
  • Acqua di cocco: ricca di minerali (soprattutto potassio) che il corpo perde durante l’allenamento, aiuta a mantenere l’organismo reintegrato e sano; a basso contenuto di calorie, ha anche azione anti-ritenzione idrica ed anti-cellulite
  • Semi di chia: raggiungono il perfetto equilibrio tra grassi, proteine e carboidrati salutari; ricchi di fibre
  • Spinaci: ricchi di nitrati alimentari che possono innalzare i livelli energetici, sostenendo la funzione mitocondriale nelle cellule; rappresentano una buona fonte di vitamina C, acido folico, potassio, ferro e manganese; contengono una quantità concentrata di antiossidanti

 

Bibliografia

  1. Lansley KE, Winyard PG, Bailey SJ, Vanhatals A, Wilkerson DP, Blackwell JR, Gilchrist M, Benjamin N, Jones AM. Acute dietary nitrate supplementation improves cycling time trial performance. Med Sci Sports Exerc. 2011
  2. Whitfield J, Ludzki A, Heigenhauser GJ, Senden JM, Verdijk LB, Van Loon LJ, Spriet LL, Holloway GP. Beetroot juice supplementation reduces whole body oxygen consumption but does not improve indices of mitochondrial efficiency in human skeletal muscle. J Physiol. 2016
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  4. Nosaka N, Suzuki Y, Nagatoishi A, Kasai M, Wu J, Taguchi M. Effect of ingestion of MCT on moderate-and high-intensity exercise in recreational athletes. J Nutr Sci Vitaminoil. 2009
  5. Jovanovski E, Bosco L, Khan K, Au-Yeung F, Ho H, Zurbav A, Jenkins AL, Vuksan V. Effect of spinach, a high dietary nitrate source, on arterial stiffness and related hemodynamic measures: a randomized, controlled trial in healthy adults. Clin Nutr Res. 2015

 

VINO ALL’INTERNO DI UNA DIETA EQUILIBRATA

FATTORI NEGATIVI

La stragrande maggioranza dei vini può contenere ingredienti nocivi: lo sapevi che ci sono 76 diversi additivi chimici approvati per la produzione di vino commerciale?

A causa di standard non troppo rigidi, possiamo trovare nel vino sostanze come coloranti artificiali, aromi, zuccheri aggiunti e altro.

Le micotossine sono composti chimici prodotti da diverse specie di muffe e possono causare infiammazioni croniche e problemi neurologici: sfortunatamente, le uve possono essere facilmente contaminate da micotossine durante la lavorazione.

Attenzione anche alla dose giornaliera di alcol che, se superata, oltre a portare all’aumento di peso, aumenta notevolmente il rischio di patologie gastriche (cancro ad esofago o stomaco) ed epatiche (sovraccarico epatico con conseguente peggioramento delle fasi I e II della detossificazione, steatosi epatica e steatoepatite alcolica, cirrosi, cancro al fegato).

Le linee guida indicano di non superare i 12 grammi di alcol al giorno, contenuti in:

  • 330 ml di birra (1 birra piccola)
  • 125 ml di vino (1 calice)
  • 80 ml di aperitivo (1 bicchiere da aperitivo)
  • 40 ml di superalcolico (1 bicchierino)

Anche nel caso in cui venga rispettata la dose giornaliera di alcol, consiglio comunque di consumare vino e alcolici solo durante gli eventi sociali e non quotidianamente!

 

FATTORI POSITIVI

I potenziali benefici per la salute derivano da composti nutrizionali contenuti nell’uva: è importante quindi selezionare i vini più sani in modo da avere maggior probabilità di ricevere effetti benefici.

Le bucce dell’uva contengono potenti composti, gli antociani, responsabili del colore blu-viola di tutti i tipi di bacche, e i cui benefici sono:

  • Facilitano la genesi dei mitocondri (centrali elettriche delle cellule)
  • Riducono l’infiammazione
  • Migliorano il flusso sanguigno, la salute del cuore e quella del cervello
  • Migliorano il colesterolo
  • Migliorano l’attività del sistema immunitario
  • Hanno azione antiossidante

L’uva contiene anche la quercetina, che svolge un’azione antinfiammatoria, e si riscontra soprattutto nel vino rosso.

Altri composti antiossidanti contenuti nell’uva sono luteina e zeaxantina, che promuovono la salute degli occhi e proteggono la pelle dal danneggiamento solare.

E’ sempre preferibile optare per un vino che sia biologico e non contenente solfiti aggiunti.

 

 

Bibliografia

  1. Konczak I and Zhang W. Anthocyanins-More Than Nature’s Colours. J Biomed Biotechnol. 2004 Dec; 2004(5):239-240
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DIETA E ASPETTO PSICOLOGICO: COME CONTRASTARE LA VOGLIA DI ZUCCHERI

E’ diventato abbastanza evidente che la maggiorparte delle persone nella società odierna consuma troppi carboidrati e questa dipendenza dagli zuccheri ha portato ad un massiccio aumento delle patologie cronico-degenerative come Diabete di tipo 2, obesità, patologie cardiovascolari, cancro: sono proprio le fluttuazioni di zucchero nel sangue a causare “carb craving” (desiderio spasmodico ed incessante di zuccheri) e, al contrario di quanto si crede, spesso non sono dovuti a debole forza di volontà del soggetto o ad “emotional eating” (cibo utilizzato come compensazione).

 

Cause di “carb craving”:

  • Insulino-resistenza
  • Ipoglicemia
  • Dieta ricca di cereali raffinati, pasta, pane, dolci, cibi ad alto Indice Glicemico
  • Sregolazione della dopamina
  • Disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni dovuto a stress cronico, con conseguente rilascio di cortisolo (ormone iperglicemizzante)
  • Disidratazione, perché l’organismo necessita di quantità adeguate di acqua affinchè nel fegato il glicogeno venga convertito in glucosio e possa mantenere costante il livello di zucchero nel sangue
  • Deprivazione di sonno, che inoltre aumenta il rischio di Diabete di tipo 2, obesità e alcuni tipi di cancro
  • Infezioni intestinali, Candidosi (la Candida infatti si nutre di zucchero)
  • Carenza di alcuni nutrienti (es. cromo, magnesio, vitamine del gruppo B): bassi livelli di cromo possono causare intolleranza al glucosio, spesso accompagnata da ansia e desiderio di carboidrati; le vitamine del gruppo B fungono da cofattori enzimatici in processi in cui il glucosio è convertito in ATP (energia), quindi una loro carenza inibisce la produzione di energia e può causare voglie di zuccheri

 

STRATEGIE PER CONTRASTARE IL “CARB CRAVING”

  • Seguire una dieta moderata in carboidrati (“low carb diet”), aumentando l’assunzione di grassi sani
  • Optare per dolcificanti naturali, come la stevia
  • Utilizzare durante i pasti acidi organici come l’acido citrico e l’acido acetico (contenuti rispettivamente in limone e aceto di sidro di mele): aiuta ad abbassare la risposta glicemica post-prandiale e riduce il rischio di ipoglicemia reattiva
  • Fare esercizio fisico regolare, che sovra-regola i trasportatori GLUT-4, favorendo il passaggio degli zuccheri dal sangue al muscolo
  • Mantenere una buona qualità del sonno, dormendo 7-8 ore
  • Esporsi al sole, perché modula la glicemia e aumenta la secrezione di insulina (pelle chiara 15-20 minuti/die, pelle media 25-30 minuti/die, pelle scura 40-45 minuti/die): se l’esposizione solare non dovesse essere adeguata, valutare insieme al proprio medico un’eventuale integrazione di vitamina D
  • Idratarsi correttamente, per i motivi descritti sopra
  • Utilizzare acidi grassi a catena media (oli MCT, come l’olio di cocco), che riducono drasticamente il desiderio di carboidrati
  • Consumare brodo di ossa: contiene glutammina (che riduce le voglie di zuccheri) e glicina (che regola la gluconeogenesi, processo con cui il fegato produce zucchero dagli aminoacidi)

 

 

Bibliografia

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DIETA ED ENDOMETRIOSI

L’endometriosi è una condizione in cui il tessuto che costituisce il rivestimento dell’utero si trova in tutta la cavità pelvica (es. su ovaie, vescica, intestino, peritoneo): questo tessuto provoca rezioni croniche ed infiammatorie che possono portare a dolori pre-ciclo e post-ciclo mestruale, dismenorrea (alterazioni del ciclo), spotting (perdite di sangue) tra un ciclo e l’altro, astenia cronica (stanchezza persistente), dolore durante la minzione e/o la defecazione, colite e/o stipsi, nausea, gonfiore, dolori articolari diffusi.

I fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’endometriosi sono:

  • Infiammazione cronica
  • Sbilanciamento ormonale
  • Picchi glicemici
  • Permeabilità intestinale con conseguente passaggio di LPS (lipopolisaccaridi), potenti endotossine, nel torrente ematico
  • Carico tossico elevato (es. diossine, pesticidi, bisfenolo, ftalati)

 

STRATEGIE PER PREVENIRE E MIGLIORARE L’ENDOMETRIOSI

  • Seguire una dieta antinfiammatoria con cibi biologici e non OGM: olio extravergine d’oliva, olive, olio di cocco, avocado, frutta secca, semi oleaginosi, crucifere (es. cavoli, broccoli), porri, aglio, cipolla, pollame biologico, carne grass fed (allevata al pascolo e nutrita ad erba), selvaggina, limoni, lime, camomilla, dente di leone, prezzemolo, curcuma, zenzero
  • Evitare i cibi infiammatori: zuccheri, dolcificanti artificiali, cereali raffinati, cibi ad alto Indice Glicemico, glutine, carne rossa convenzionale, latticini convenzionali, oli vegetali processati, grassi idrogenati
  • Bilanciare i livelli di magnesio, spesso carente in chi soffre di endometriosi: via libera quindi a verdure a foglia verde, alghe, germogli, avocado, salmone selvaggio, noci, semi di zucca, cioccolato fondente
  • Avere livelli ottimali di vitamina D, fattore inversamente proporzionale allo sviluppo di endometriosi
  • Un deficit di zinco è correlato a infiammazione e sistema immunitario depresso, che contribuiscono entrambi allo sviluppo di endometriosi: buone fonti di zinco sono contenute in carne e latticini grass fed (allevati al pascolo e nutriti ad erba), pollo biologico, spinaci, asparagi, anacardi, mandorle, semi di zucca

 

Bibliografia

  1. Keita M, Bessette P, et al., Expression of interleukin-1 (IL-1) ligands system in most common endometriosis-associated ovarian cancer subtypes. 2010 Jan; 3:3
  2. Zhang Y, Cao H, et al., Curcumin inhibits endometriosis endometrial cells by reducing estradiol production, 2013 May; 11(5): 415-422
  3. Khan K, Fujishita A, et al., Bacterial contamination hypothesis: a new concept in endometriosis. 2018 Apr; 17(2): 125-133
  4. Marziali M, Venza M, et al., Gluten-free diet: a new strategy for management of painful endometriosis related symptoms? 2012 Dec: 67(6): 499-504
  5. Messalli EM, Schettino MT, et al., The possible role of zinc in the etiopathogenesis of endometriosis. 2014; 41(5): 541-6

CONSIGLI NUTRIZIONALI PER CONTRASTARE LE PATOLOGIE CUTANEE. RELAZIONE TRA PATOLOGIE CUTANEE E INTESTINO  

 

La ricerca mostra che esiste una chiara relazione tra problemi intestinali e disturbi della pelle come acne, eczema e rosacea.

Uno studio del 2008 riportava che la proliferazione batterica del piccolo intestino (SIBO) era 10 volte più diffusa nei soggetti che soffrivano di acne e

rosacea, rispetto ai gruppi senza questi disturbi cutanei; lo studio ha anche mostrato che l’eradicazione della SIBO ha creato una regressione dei

sintomi quasi completa.

Un altro studio condotto su oltre 13.000 adolescenti ha mostrato che quelli con acne avevano maggiori probabilità di sperimentare sintomi

gastrointestinali come alitosi, reflusso gastroesofageo e stipsi: in particolare, il gonfiore addominale aveva una probabilità del 37% di essere

associato con acne, eczema e rosacea.

 

STRATEGIE D’INTERVENTO

 

  • Seguire una dieta antinfiammatoria e, a seconda dei casi, una dieta a basso carico istaminico
  • Ridurre lo stress cronico (es. facendo esercizi di respirazione, dedicandosi agli hobbies, facendo yoga o stretching)
  • Dormire 8 ore
  • Consumare cibi ricchi di zinco e selenio, due minerali fondamentali per il benessere della pelle (es. salmone selvaggio, semi di zucca, noci brasiliane, ortaggi verdi, smothies verdi)
  • Utilizzare erbe e spezie antiossidanti (es. curcuma, zenzero, aglio, basilico, timo, origano)
  • Avere livelli ottimali di vitamina D
  • Assumere olio di cocco, che riduce l’infiammazione cutanea e nutre le cellule della mucosa intestinale
  • Assumere cibi amici dell’intestino (es. semi di chia, semi di sesamo,brodo di ossa, alimenti fermentati)

 

 

Bibliografia

  1. Parodi A, Paolino S, Greco A, Drago F, Mansi C, Rebora A, Parodi A, Savarino V. Smallintestinal bacterial overgrowth in rosacea: clinical effectiveness of its eradication. Clin astroenterol Hepatol. 2008 Jul;6(7):759-64. PMID: 18456568
  1. Zhang H, Liao W, Chao W, Chen Q, Zeng H, Wu C, Wu S, Ho HI. Risk factors for ebaceous gland diseases and their relationship to gastrointestinal dysfunction in Han dolescents. J Dermatol. 2008 Sep;35(9):555-61. PMID: 18837699

CONSIGLI NUTRIZIONALI PER CONTRASTARE LA CADUTA DEI CAPELLI

CIBI DA EVITARE

 

Gli alcolici fanno aumentare nell’organismo la concentrazione di scorie e tossine, che inquinano il cuoio capelluto e indeboliscono il capello alla radice, favorendone la caduta. Sempre tra le bevande, quelle zuccherate sono ricche di zucchero bianco e prive di nutrienti indispensabili per la salute dei capelli.
In più, lo zucchero bianco e i dolci privano l’organismo di minerali e vitamine, aumentando il rischio di sovrappeso e obesità, che spesso sono causa di diradamento della capigliatura e perdita di vitalità dei capelli; inoltre, favoriscono la comparsa di Diabete di tipo 2, causa anch’esso di caduta dei capelli e incanutimento precoce.

Gli alimenti conservati contengono sostanze chimiche che impoveriscono le scorte di vitamine e minerali, intossicando il corpo.

Attenzione anche ai salumi che spesso contengono nitriti e nitrati, che vengono trasformati nell’organismo in nitrosammine: oltre ad essere riconosciute come potenziali cancerogene, sono disidratanti e favoriscono la formazione della forfora.

 

CIBI DA PREFERIRE

 

I capelli sono costituiti da cheratina che è composta, fra gli altri, da due aminoacidi (cistina e lisina) contenuti anche in carne e pesce; inoltre il pesce azzurro è ricco di omega 3, protettivi delle membrane cellulari, e di vitamina B6, che interviene nella sintesi della cheratina.

Anche il tuorlo è importante, in quanto contiene biotina e zolfo necessari per la salute dei capelli.

Tra i legumi, la soia è ricchissima di proteine vegetali e minerali (potassio, magnesio, calcio).

I fiocchi d’avena sono fonte di magnesio che, agendo in sinergia con la vitamina B6, hanno un’azione rinforzante sulla chioma. Il miglio è ricco di vitamine A, del gruppo B, acido folico, ferro, calcio, magnesio e cisteina, che rallentano la caduta dei capelli e ne stimolano la ricrescita.

Peperoni rossi, spinaci, radicchio e agrumi contengono vitamine A e C, fondamentali per il corretto funzionamento cellulare e per il microcircolo, che sta alla base di una corretta irrorazione del cuoio capelluto. I cavoli contengono zolfo, che rientra nella costituzione del capello. Carote e banane sono ricche di vitamina B6, importante per la sintesi di cheratina. I frutti di bosco sono ricchi di sostanze antiossidanti, fondamentali per la salute dei capelli.

Noci e mandorle sono ricche di vitamina E, che migliora la circolazione sanguigna del cuoio capelluto ed aiuta ad assimilare la vitamina B5.

Lo zenzero stimola la circolazione sanguigna e nutre la chioma.

I polifenoli di cui abbonda il tè verde hanno una spiccata azione antiossidante che rallenta l’invecchiamento, anche dei capelli.